La nostra storia

Nonna Ornella

“Ho scoperto il Bric parecchi anni fa, credo fosse il 1990. Era la casa dove nacquero la bisnonna Nina, le sue cinque sorelle e lo zio Cechin, unico figlio maschio e padre di nostro cugino Gianni.
Un giorno, per una strana coincidenza, con mio marito e nostro figlio Giuseppe andammo a vedere quella che allora era una cascina diroccata. Non era il solito rudere circondato da vigna, o, quanto meno, non fu questa la prima cosa che notai. Era qualcosa di più. Era il sole che illuminava ogni cosa. Erano colline, colline, e poi ancora colline, in un susseguirsi che pareva infinito, come grandi onde marine. Era il tempo che si era fermato.”
Le parole di Ornella la prima volta che vide quella che sarebbe poi diventata la nostra terra.

L'inizio

Nel 1991 Guido ed Ornella, i genitori di Beppe vennero a trovare il cugino Gianni in Piemonte da Bergamo, quando guidando e guardando con il naso all’insù, si imbatterono per caso davanti alle rovine di una cascina con un paio di ettari di terreno che una volta sicuramente era stato un bellissimo vigneto: colpo di fulmine.
La Cascina Bricco, questo era il suo nome, era in cima alla collina, con un panorama incredibile e circondata da colline verdi e rigogliose. Parlando con la gente del posto si venne a sapere che proprio lì erano stati mezzadri i bisnonni e che la cascina apparteneva alla famiglia Schiavina, i nobili del paese, ormai la contessa e la sua famiglia non abitavano più lì e quella cascina era stata ereditata da un avvocato di Torino. Lo contattarono subito e gli raccontarono i loro sogni dopo mesi di silenzio arrivò una lettere dall’avvocato, ormai anziano “se foste ancora interessati al Bric, ve lo cederei al valore catastale, ho capito che questo posto è più suo che mio”.

Noi oggi

Solo nell’anno 2000, conclusi gli studi noi, Giuseppe ed Erika, abbiamo deciso di ristrutturare questa cascina piemontese dell’ottocento e far rinascere la vigna che la circonda. Siamo partiti con l’idea di far conoscere una zona vitivinicola, l’Alto Monferrato Ovadese, che in passato era stata di grande successo, un territorio
con grandi potenzialità, una posizione strategica vicino a grandi città, immersa in una natura selvaggia. Un luogo dove la famiglia di Beppe ha vissuto per secoli e che noi, innamorati di questo posto abbiamo deciso di rendere nuovamente vivo. È stato un matrimonio doppio: tra di Noi e con la Terra.
Non sappiamo ancora se siamo stati noi a scegliere questo luogo o se lui ha scelto noi, ma sappiamo che tutte le nostre energie, i nostri sforzi, la nostra passione e i nostri sogni, sono raccolti qui.

Ca del Bric

Da noi ogni cosa ha una storia, a partire dal nostro nome e logo. Mentre sognavamo il nostro futuro e sudavamo sul nostro presente è arrivato nelle nostri vite un cane insolito, simpatico e assolutamente surreale. Lo abbiamo chiamato Bric, avevamo in testa solo quello. Ci ha accompagnato tra i filari mentre piantavamo le viti, ci ha rallegrato durante la vendemmia e abbiamo assistito anche alla nascita di 4 bellissimi cuccioli Nord, Sud, Est e Ovest per pensare in grande e non mettere confini a nostri sogni. Il nostro Logo è proprio Bric ritratto così come lo vedeva nonno Guido con la forma delle nostre colline, un legame di rispetto tra uomo e natura. Il nostro nome Ca del Bric, che racchiude le nostre origini, questo posto e la nostra idea di vino:
Ca del bric in bergamasco vuol dire “il cane bric”, in piemontese “casa sulla cima della collina”, infatti la nostra proprietà a catasto è registrata come Bric. Niente ci sembrava più adatto di questo.