La nostra terra

Siamo in Piemonte, terra di grandi vini e noi da quando abitiamo qui,
lo sentiamo come una grossa responsabilità.
Il valore del territorio e le potenzialità di questo luogo sono state ben espresse da chi
è più bravo di noi e allora prendiamo in prestito le loro parole:

“non ha veramente nulla (il Dolcetto a Ovada) del Dolcetto delle Langhe...
lo si distingue da maggior profumo, maggiore gradazione, maggiore densità
e una maggiore possibilità di invecchiamento.”
(M. Soldati, Vino al vino)

In campagna:

Il gelo e la neve coprono ogni cosa. La terra lavorata con l’aratro viene esposta al freddo intenso, che la renderà più soffice ed eliminerà naturalmente gran parte dei parassiti. La vite è immobile, la sua vitalità ridotta al minimo indispensabile. La terra provvede a proteggerne le radici, abbracciandole maternamente.

In cantina:

I vini prendono forma, evolvono, esprimono le loro qualità.
Terminate le fermentazioni, il freddo aiuta i vini a raggiungere in modo naturale il proprio equilibrio.

La ricetta:

Ravioli di carnevale di Gianni. Una ricetta del passato, che porterà il Piemonte sulla vostra tavola.

Il vino:

Il vino di accompagnamento per questo piatto è il Mayno zero, leggendo la ricetta scoprirete una delizia tutta piemontese.

In campagna:

Terminata la potatura, la pianta si risveglia e i tralci “piangono” linfa: è il segno che comincia una nuova stagione per la vite.
Tra i filari cresce il favino ed altre leguminose che, una volta trinciate ed interrate, arricchiranno il terreno di azoto in maniera naturale.
Le vigne assomigliano a giardini in fiore, vanno seguiti con cura e pazienza.

In cantina:

Si preparano e si imbottigliano i vini giovani e si mettono a riposare nel legno i vini superiori.

La ricetta:

Fiori di acacia in pastella. Questi fiori, in dialetto detti “Gaggie” sono piante molto diffuse nelle nostre campagne, circondano i nostri vigneti; fioriscono con dei piccoli fiori bianchi a rametti allungati e le piante sembrano avvolte in un manto candito.

Il vino:

Il vino di accompagnamento per questo piatto è il Cosa Seria, vino perfetto da gustare con un ricetta così delicata.

In campagna:

Si percorrono i filari per sistemare i tralci di vite che si allungano, esponendoli alla luce del sole e proteggendoli dal vento
La vite lavora facendo crescere i grappoli, nutrendoli e conducendoli a maturazione: l’uva cambia colore.
Ci si prepara per la vendemmia che verrà.

In cantina:

É tempo di imbottigliare i vini superiori che sono rimasti a maturare in botti di rovere fino ad acquisire un equilibrio perfetto.

La ricetta:

Polpo saporito. La freschezza di questo piatto data dal connubio tra polpo e arance renderà uniche le vostre serate estive.

Il vino:

Il vino di accompagnamento per questo piatto è il Blanco de Pilar, nessun vino potrebbe essere più adatto!

In campagna:

É il momento cruciale, si concretizza il risultato di un anno di fatiche. L’uva viene vendemmiata manualmente, riposta in cassette e portata in cantina dove si provvede alla pigiatura in tempi brevissimi. In questo modo se ne preserva l’integrità.
Le piante sono alleggerite ed in breve tempo le foglie virano di colore assumendo vari toni di rosso ed arancio. Si semina tra i filari il favino per la concimazione naturale.

In cantina:

Le uve pigiate fermentano e la vita del vino comincia

La ricetta:

Brasato al Barbera di Erika. Lasciati tentare da questa ricetta dai colori e sapori autunnali.

Il vino:

Il vino di accompagnamento per questo piatto è lo stesso che viene utilizzato all’interno della ricetta, il Quattordici.02 una barbera superiore.

“è vino (il Dolcetto a Ovada) che (a differenza del normale Dolcetto
che ama essere bevuto giovane)
per le caratteristiche particolari del clima e la natura del terreno,
gradisce un invecchiamento anche prolungato come altri più conosciuti vini del Piemonte.”
(L. Veronelli, Epoca)

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